mercoledì 29 luglio 2009

Tredicesima Puntata

4 marzo 2009


Il 4 marzo 2009 ale ore 01:04a.m. è nata M. una bellissima bambina, pesa 3.370gr ed è lunga 52cm....cosa c'è di strano in tutto questo?

Il fato, destino, karma o quello che volete: oltre a ritrovarmi in un letto di ospedale a combattere contro il tumore mentre giunge il momento nel quale nella mia vita inizia il capitolo ...e adesso sei padre..., mi ritrovo che non posso stare vicino a mia moglie.

E se succedesse qualcosa?

Io non avrei alcuna possibilità d'essere d'aiuto a nessuno, sono sdraiato a letto e sono inutile...


Suonerà brutto, o lascio a voi l'aggettivo più appropriato, ma in quei giorni era il mio pensiero principale: essere inutile.

L'immaginare che non ce l'avrei fatta a superare la malattia mi faceva restare sveglio la notte con mille pensieri che si rincorrevano leggeri come il volo di una farfalla.

Era il momento che io e mia moglie aspettavamo da tanto: diventare una famiglia, con tutte le ovvie incertezze... e poi arriva la malattia.

E' come se una volta entrato in un tunnel avessi dovuto trovare l'uscita, da solo, senza aiuti o scorciatoie, con le mie sole forze disponibili.


A quelli che mi chiedevano: ... come ti senti a diventare padre?... avrei risposto con un vaffanculo, ma che cazzo di domande sono?!

Sono in ospedale malato di tumore, faccio sei giorni di chemio consecutivi, certe volte non ho ne la voglia e ne la forza di alzarmi dal letto, come dovrei sentirmi?

Spaventato, ecco come mi sentivo.

Spaventato di non farcela a vivere.

Spaventato a tenere in braccio nostra figlia sapendo che potrebbe essere per poco tempo.

Spaventato a lasciare tutto il peso a mia moglie, oltre a quello che già ha dovuto gestire, tutto quello che ha passato.

In reparto mi ero isolato, parlavo con poca gente, facevo anche poche vasche per non incontrare persone che mi chiedevano se era nata, quanto mancava, e altre domande simili che mi generavano la voglia di rispondere con un pugno sul naso.

Oltre a essere spaventato mi cresceva una rabbia sorda, pian piano montava e mi faceva stare irrequieto.


Quei giorni non sono stati i più felici, c'erano troppi sentimenti ed emozioni contrastanti, non vivevo con lucidità, anche se cercavo di camuffarli con battute e chiacchierando amabilmente con chi cercava la mia compagnia.


Il sei marzo tornai a casa, e quando sono entrai in ospedale per raggiungere mia moglie e nostra figlia, ero un vulcano di emozioni: era così tutto strano, non ero stato presente ne al ricovero di mia moglie e ne alla nascita di M., avevo più voglia di vedere e abbracciare mia moglie ma non riuscivo a immaginarmi quell'immagine che dopo pochi minuti avrei avuto dinanzi ai miei occhi.

L'attesa degli ascensori e il tempo infinito finché le porte non si aprono al piano, e si aprono piano, il corridoio, la stanza....e quell'immagine adesso è davanti a me, mia moglie con in braccio nostra figlia, davanti a me ho la mia famiglia.

Abbraccio e bacio tutte e due, mi tolgo il giubbotto, sciarpa, berretto e mascherina (anche se mi avevano detto che per la mia salute sarebbe stato meglio tenersi isolati da ogni fonte di contagio) e prendo tra le mie braccia quella piccola creatura: è così indifesa e sembra così fragile, cerco di ragionare e di parlare o fare domande con un senso ma non so e, ora, non mi ricordo cosa dissi.

Sono già innamorato di nostra figlia, un sentimento diverso, strano, è quel qualcosa che non riesci ad esprime pienamente con le parole.

Tutte quelle paure, timori, frustrazioni, domande con mille risposte che mi davo, dubbi che avevo in reparto: davanti a quel faccino sono sparite tutte, nuove forze e sicurezze sono venute in soccorso per riuscire a combattere la malattia.

Una certezza in più delle altre si è fatta forte dentro di me:

....ogni giorno che passo vicino alla mia tata sarà un giorno che diverrò sempre più padre, crescerò con lei, sbaglierò con lei, sarò felice con lei, sarò triste con lei, riderò e piangerò con lei...


Perché per diventare genitori basta poco, per diventare padri ci vuole tutta la vita (suona banale? Forse....), naturalmente tutto questo accanto ad una donna meravigliosa.



.........alla prossima puntata...........

martedì 21 luglio 2009

Dodicesima Puntata

....dopo 10 giorni passati a casa a essere coccolato da tutti, restava del tempo per me e mia moglie, tempo che passavamo parlando di quando sarebbe nata la tatina... sperando che capitasse quando ero a casa dall'ospedale, cercando anche nel limite del possibile di pianificare tutto.

Se ero a casa … come potevo essere presente nel momento del parto, visto che oltre all'abbassamento delle difese immunitarie anche il fisico risentiva delle terapie;

invece se non potevo essere presente... chi doveva e voleva stare vicino a mia moglie in quei momenti che dovrebbero essere memorabili nella vita di una coppia, la quale sta per diventare una famiglia?

...ma ora continuo con la cronistoria dei ricoveri...


16 febbraio-

Il primo dei rientri naturalmente non è stato facile, mia moglie rimase a casa per non stancarsi (visto che tra andata e ritorno ci vogliono all'incirca un'ora e mezza di macchina, in più un'altra ora e mezza o due, se va bene, per le visite che devo fare... per poi riottenere il posto letto...), tra un abbraccio, un bacio ed una lacrima ci salutammo non sapendo se era l'ultima volta che la vedevo con il pancione.

Venni accompagnato da mia madre con mio fratello (con la mia macchina nuova e che guidai una decina di giorni prima di essere ricoverato!!!); durante il percorso qualche sms con un paio di amici e arrivo in reparto i soliti esami: emocromo, ecg, urine, tampone naso e gola, pressione, peso e altezza, raggi al torace.

Dopo quasi tutti gli esami andammo a fare la colazione al bar dell'ospedale, ultimo sfizio. Ritornati in reparto ottengo il posto letto (stanza 26, la più piccola del reparto, letto1: praticamente è come far stare due stoccafissi dentro a una scatola di sardine) e quindi è arrivato il momento dei saluti.

Ebbi modo di fare due chiacchierare con il nuovo compagno di stanza, N., un signore anziano: vedremo come sarà la coabitazione dentro a questa scatola per sardine.

Il pranzo con menù standard è passato, il pomeriggio è passato tra sms, lettura e quattro chiacchiere con alcune persone che avevo conosciuto nel ricovero precedente.

La cena standard, come il pranzo consiste in pasta in bianco, bistecca di tacchino e patate al vapore, pane e frutta fresca: commestibile, le prime volte, però poi diventa la solita cosa che ti fa ricordare i bei e buoni pranzetti fatti in casa.

All'orario delle visite serali ritornarono, con mia sorpresa, mamma e fratello...

Successivamente: prova computer con la chiavetta per girare su internet e poter ricevere e spedire mail agli amici, in più web-cam per poter vedere mia moglie ed eventualmente la tata...qualche problema con le mail...va? Bòh! Vedremo domani...a nanna con le gocce...


17 febbraio

Notte passata abbastanza bene, sveglia alle prime ore del mattino... poi mi sono riaddormentato.

Solito tran tran del mattino, non mi hanno fatto l'emocromo, forse si sono dimenticati o forse quello del giorno prima andava così bene che hanno deciso di non farmelo partendo subito con la terapia.

Flebo di fisiologica, antipiretici, antistaminici, e anticorpi monoclonali questa volta è andato tutto bene, non ho avuto segni di intolleranza... ed anche il pranzo è andato giù senza problemi....soliti giri di sms, prova pc con chiavetta, tutto ok tranne che non riesco a spedire le mail e allora un colpo di telefono a L.P.... un amico che di computer se ne intende e dopo un apri qua e apri la, clicca su e clicca giù...la posta funziona...

...poi qualche altro esperimento, oggi è anche il giorno della pulizia del catetere....

La dottoressa S. passa e mi dice che i valori dell'emocromo vanno bene (quello di ieri?) e che la tac di controllo la farò durante il 4° ciclo: mi da l'impressione, da come parla, che è contenta di come sta evolvendo l'iter della terapia.

Nel pomeriggio passano MR. e F.: la prima è una sindacalista, l'altra una volontaria. Per fortuna che ci sono loro due che aiutano chiunque abbia bisogno per tutta la burocrazia che è necessaria....

Per le visite pomeridiane con gran sorpresa è arrivata la mogliettina con i suoceri, un po' di ormoni a mille, quattro chiacchiere e una buona coppetta di gelato all'amarena...poi ancora computer per vedere se la web-cam funziona.

L'amico L.P. non poteva e allora dirotto l'esperimento a stasera con M.S..

Prima di cena è passato un frate e abbiamo parlato un po', niente di impegnativo, dopo cena giro di sms, solita flebo di due litri, due passi e quattro chiacchiere con B.B. e poi a scrivere due righe aspettando la nanna … anche perché la tv è monopolio del signor N. il quale gira spesso e volentieri i canali e brontola: perché c'è la pubblicità o perché guardando vari TG delle varie reti le notizie si ripetono, domani forse se ne va a casa.


18 febbraio

Notte passata bene...risveglio con la solita routine ed i soliti esami.

Il signor N. non se ne va a casa fino al fine settimana, e siamo solo a mercoledì (!!!).

Via con la chemio e rachicentesi, sono un po' preoccupato visto come era andata l'ultima che avevo fatto.

Alle 10,30 la dottoressa S. effettua la puntura, qualche problema tecnico ma poi tutto va bene: siamo stati bravi tutte e due.

A letto sino alle visite, salto il pranzo, alle 16,00 con presenti mia madre e mio fratello mi alzo e mi siedo sul letto... ed è andato tutto bene....

Arriva l'ora della cena e provo ad alzarmi niente mal di testa, solo un po' di fastidio alla schiena, la serata passa tranquilla, aspettiamo il passare della notte.....


19 febbraio

La notte è passata un po' leggera, avevo il timore che mi venisse il mal di testa...ma è tutto tranquillo: soliti esami, colazione, giro di chemio, lettura giornale, un po' di computer, sto a letto il più possibile per non rischiare di fare qualche fesseria...pranzo ok... nel pomeriggio lettura e aspettando le visite...

Arriva la mogliettina con i suoceri, solito giro di ormoni che si fanno sentire, quattro chiacchiere sulle ultime notizie... poi un po' di tv, lettura, ed arriva la cena, inizia a darmi un po' di fastidio il cibo...

Serata passata al computer e buona notte...


20 febbraio

Notte ok, esami vari, colazione e giro di flebo, adesso che ho il computer mi passa di più il tempo...

Lettura del giornale, pranzo un po' a fatica, continuazione della lettura del giornale, un po' di tv, qualche sms... la visita della mamma e del fratello portano un po' di notizie.

Il signor N. se ne va a casa in permesso per il fine settimana, la cena fa fatica ad andare giù.

La serata la passo a guardarmi un dvd sul pc ( VAJONT di Marco Paolini), e arriva anche un singhiozzo fastidioso, qualche goccia e buona notte...


21 febbraio

La notte passata da solo e con l'aiuto delle gocce anti singhiozzo è volata via tranquilla, con le solite pause pipì.

Sveglia, lavato, esami vari, flebo, colazione, un po' di ordine nell'armadio e nel comodino, scrivere il diario, qualche mail, lettura del giornale... aspetto il pranzo con poco entusiasmo e passa con lo stesso sentimento...

Lettura libro, visite (mamma e fratello) con gelato e quattro chiacchiere sulle novità.

Continuo la lettura perché non ho la voglia e forze per fare le vasche ed in più mi prendo i rimproveri di B.B.

Aspetto la cena e passa senza nessun entusiasmo... visite serali a sorpresa ancora della mammina e del fratellone: mi tirano un po' su di morale...serata emozionante con la finale del festival di Sanremo in contemporanea alla lettura del libro; mi ritrovo poi alle 01,30 di notte con la tv spenta e il libro riposto sul comodino...

opss mi sono addormentato e manco so chi ha vinto Sanremo.

Mi sono girato nel letto e mi sono riaddormentato subito...


22 febbraio

Notte tranquilla, solita sveglia con il tran tran ordinario degli esami, colazione e ultimo giro di chemio, ma con la solita flebo dei due litri.

Qualche giro di mail, lettura del giornale, pranzo, lettura del libro e arrivano le visite della mogliettina e di una coppia di amici, quattro chiacchiere divertenti mi tirano su il morale.

Mi faccio un po' di vasche e qualche chiacchiera prima di cena che quando arriva sono così entusiasta che me ne ritorno a fare le vasche....

Nel frattempo è tornato il signor N. quindi niente TV: lettura...e buona notte...


23 febbraio

Notte un po' irrequieta per le pause pipì...almeno il peso resta sempre sotto controllo...

Sveglia, soliti esami, igiene, colazione, lettura, aspetto la dottoressa S. che quando arriva mi dice che finito il suo giro mi farà l'iniezione, sperando che non ci siano gli effetti collaterali.

Prima del pranzo mi viene fatta la puntura e me ne sto a riposo calmo calmo, qualche sms...le visite di mia madre con il fratellone...ed arriva la cena: poca e leggera.

La serata la passo cercando di leggere un po' e guardando la TV... e poi le nanne...


24 febbraio

La notte è passata tranquilla finché non è arrivato il mal di schiena e praticamente subito dopo iniziava anche il solito mal di testa che cresceva in maniera esponenziale e allora via con gli antidolorifici.

Alla mattina soliti esami ma niente colazione, rimango a letto.

Anche il pranzo salta...il pomeriggio passa fino alle visite della mamma e del fratellone: sono un po' larva, ma due chiacchiere riesco a farle...sempre a letto a riposo, la cena poca e leggera...serata tranquilla con qualche sms...spero nel recupero notturno.


25 febbraio

La notte passa tranquilla, solita sveglia, soliti esami vari: riesco a lavarmi e fare colazione, ma il mal di testa non mi abbandona...mattinata passata a letto.

Qualche sms, il pranzo poco e leggero, pomeriggio sempre a letto aspettando le visite della mamma e del fratellone;

Prima di cena provo a sedermi sul letto e controllo le mail, sta tornando tutto alla normalità, il mangiare va giù un po' a fatica, serata a letto con il libro e un po' di TV....signor N. permettendo...

'Notte...


26/27/28 febbraio 1/2/3 marzo

Queste giornate sono passate più o meno uguali.

Dopo essermi ripreso dalla puntura la routine è padrona del tempo che passa...

Sveglie ed esami vari, colazioni, pranzi e cene, visite e chiacchiere da corridoio, qualche battuta con le infermiere, le operatrici e le volontarie per cercare di far passare un tempo che batte i soliti rintocchi...

Il 27 con sorpresa è arrivata la dolce mogliettina con i suoceri, oramai mancano pochissimi giorni al dolce evento! Il giorno calcolato dal ginecologo era il 04 Marzo ed anch'io in teoria dovrei andare a casa tra pochi giorni: molto probabilmente Venerdì 6.

Mentre stavo chiacchierando con mia moglie il signor N. viene dimesso con mia grande gioia personale.

Il 28 è giorno della medicazione del catetere un diversivo anche questo... essendo da solo in camera mi gestisco a mio piacere le cose da fare, come e quando voglio, soprattutto in bagno.

La libertà di guardare la TV.

Nel pomeriggio del primo marzo, al telefono, mia moglie mi dice che in seguito ad una visita di controllo i dottori avevano deciso per un ricovero preventivo.

Entra l'infermiere F. e mi dice di mettere tutte le mie cose sopra il letto in quanto vengo trasferito di stanza, perché dovevano ricoverare d'urgenza una signora e non avevano a disposizione altri posti letto, tranne quello a fianco al mio...

Addio al fine settimana da solo, mi spostano nella stanza 22 letto 4.

I giorni seguenti passarono con leggera preoccupazione per la situazione di mia moglie, ci eravamo messi d'accordo che se doveva partorire quando io non ero presente io dovevo essere avvisato solo da lei, non importa anche se qualche ora dopo...


4 marzo

All'una e 37 di notte mi squilla il cellulare e mia moglie mi dice che è nata M.

Non conoscevamo il sesso del nascituro e per questo fu una doppia bella notizia.

Nei minuti in cui mia moglie mi diceva che era andato tutto bene, anche se hanno dovuto farle il cesareo, la mia mente era molto leggera, e sentire le parole provenire dal cellulare di tutte quelle notizie in un certo senso mi dispiaceva per il semplice motivo che non ero lì con mia moglie e nostra figlia...


5/6 marzo

Giorni molto lunghi a passare.

Non occorre che ne spieghi il perché.

Durante le visite mi portano la videocamera con le riprese fatte in ospedale e, tramite mail, anche le foto che avevo commissionato ad un amico.

Così mi sono potuto gustare quei momenti anche se in differita...

Il 6 dopo aver fatto la classica pulizia del catetere e sbrigato le solite pratiche burocratiche mi dimettono e vado a casa.

Alle ore 14.00 dello stesso giorno, entro in ospedale, un altro ospedale, per vedere la tatina e la mia cara mogliettina...


....alla prossima puntata.....



martedì 30 giugno 2009

Undicesima Puntata

Nelle prime tre settimane di ricovero ho avuto modo di conoscere un po' di gente, oltre alle operatrici, volontarie e infermieri/e ci sono i compagni di avventura.

L'età varia molto dai venti agli ottant'anni, si riconoscono i novellini malati perché hanno ancora i capelli e un bel colorito in viso, e sono più attivi a camminare e chiacchierare.

Il primo giorno di ricovero ho conosciuto B.B. (uso solo le iniziali per motivi di privacy, e per rispetto alle persone che citerò, sia in modo positivo che negativo), una gran persona che è diventata un punto fermo nei giorni di ricovero che abbiamo fatto assieme; Quando arrivai era già ricoverato da qualche settimana e per questo è diventato il mio tutor di riferimento su cosa fare e cosa non fare in camera.

Non so per quale motivo ma abbiamo subito legato, e tra una chiacchiera e l'altra, parlando del lavoro abbiamo scoperto che lui lavorava nell'azienda che faceva gli stampi che utilizzavo nel mio primo posto di lavoro....e sicuramente, quando c'erano dei problemi o test di stampi nuovi, veniva e ne discutevamo assieme; quando si dice che il mondo è piccolo.

Parlavamo un po' di tutto dal lavoro alla famiglia, dei viaggi fatti e quelli da fare, della malattia, del mangiare, mi diceva sempre: “... dai che ti si ancora un bocia e te ghe na mojer e a putea da tornare....te ghe ancora na vita davanti de ti... te si un bravo bocia e ti si forte e te ghe a farè a vegnerghine fora....” (trad: Dai che sei ancora giovane, hai una moglie ed una figlia, una vita davanti, sei in gramba e ne verrai fuori).

Anch'io cercavo di dargli coraggio dicendogli: ”.....mi go a mojer e na fioea da tornare, ma anca ti te ghe a to fameia, in pì te ghe a nipotina da cocoeare....te ghe da tornare a fare festa con i to amisi....non ti si così vecio da dire basta con a vita...” (trad: io ho una moglie ed una figlia dalle quali tornare, ma anche tu hai la tua famiglia, in più hai una nipotina da coccolare... e devi tornare a far festa con i tuoi amici, non sei così vecchio per dire basta con la vita).

Penso che eravamo diventati amici, abbiamo superato dei brutti momenti legati alle terapie, abbiamo pianto assieme, uno sulla spalla dell'altro, senza quella classica vergogna che lega le parole maschio+lacrime=femminuccia...

Eravamo due persone che avevano trovato un aiuto l'uno nell'altro.


Il percorso delle terapie ci aveva separato, in quanto lui doveva fare dei ricoveri in day hospital, mentre io dovevo fare solo dei ricoveri in reparto: ci sentivamo per telefono....

Poi, per un periodo il suo telefonino risultava spento.

Allora ho cercato il suo nome nell'elenco telefonico (per fortuna era l'unico del suo paese), ma quando chiamavo non rispondeva mai nessuno.

Avevo dei brutti presentimenti, provavo a telefonare, ma più il tempo passava e più il coraggio di premere il tasto invio sul cellulare mi veniva a mancare....dopo l'ennesimo tentativo il 30 giugno il telefonino di B. squilla e mi risponde la moglie e le chiedo se posso parlare con B., mi dice che B. non poteva rispondermi perché se n'era andato il 28 aprile, e lei non aveva il coraggio di rispondere al telefonino dove trovava i miei tentativi di chiamata.

Due mesi di tentativi, 60 giorni non sapendo che se n'era andato il mio Amico, mentre scrivo vedo i tasti del computer annebbiarsi, le lacrime mi riempono gli occhi, un gusto amaro in bocca e la tristezza nel cuore.

Nei giorni seguenti alla triste notizia avevo chiesto in giro se sapevano della scomparsa di B.B., alcune mi dicevano di sì ma non potevano andare a dirlo in giro, cosa sacro santa.


Questa puntata la dedico al mio gran Amico B.


...........grazie B. per avermi sostenuto nei momenti difficili, il mio rammarico e che abbiamo passato poco tempo assieme, ma è bastato per far nascere una bella amicizia e che la tua assenza ogni giorno che passa e che il tuo ricordo saranno sempre vivi in me.....


grasie vecio






........nelle prossime parlerò anche di altre persone, più o meno importanti.

venerdì 26 giugno 2009

Decima Puntata

....in questa puntata riassumo il primo ricovero, una cronistoria di come passavo le giornate, naturalmente ho cercato di essere il più possibile sintetico.............


22 gennaio

Il primo giorno della futura serie di terapie è giunto, si inizia a fare sul serio.

Dopo aver passato una giornata a casa a cercare di stare il più tranquillo possibile per non far andare fuori giri la testa mi ritrovo in un letto d'ospedale ed appeso a una flebo con autopompa che mi spara il farmaco in vena....

Mi somministrano gli antipiretici, antistaminici, mi controllano temperatura, pressione, ossigenazione,...e questo ogni ora.

Devo riferire agli infermieri qualsiasi eventuale malessere, cerco di distrarmi con i cruciverba.

La velocità della somministrazione del farmaco viene regolata ogni ora, poteva darmi un certo malessere, come è avvenuto all'ora del pranzo.....il cibo non sta giù.....e allora mi rallentano la velocità del farmaco, la terapia dovrebbe durare circa 3 ore, ma così i tempi si sono leggermente allungati.

Mi addormento facilmente, anche se per poco, questa sonnolenza mi fa passare il pomeriggio più o meno tranquillamente. Alle 19.00 circa mi mettono la famosa flebo da due litri con il diuretico....ho cenato leggero ed è andata meglio.

La prima giornata di terapia è passata tra un alto e un basso.....mi dicono che sarà dura e lunga, ma soprattutto i tempi sono intensivi.


23 gennaio

La notte è passata bene, riposante.

Il risveglio con i vari esami di routine, la colazione e via con le flebo, sia chemioterapiche che di prevenzione sugli effetti collaterali.

La flebo con il diuretico funziona molto bene, sono sempre in bagno a fare pipì, il peso è sotto controllo, la mattinata passa in modo tranquillo e anche il pranzo, alle 13.30 la dottoressa esegue la rachicentesi, sono preoccupato ma cerco di stare calmo, ritrovarsi un ago all'interno della colonna vertebrale non era il sogno segreto della mia vita.

Eseguita la puntura senza problemi, devo aspettare il risultato degli esami.

Durante le visite mia moglie e mia madre parlano con la dottoressa per dei chiarimenti sulle terapie ed ora si sentono più tranquille.

La flebo dei due litri non mi abbandona: finita una sotto un'altra.

Quattro chiacchiere in corridoio o in stanza, la cena e un po' di televisione.....e le gocce per la buona notte.


24 gennaio

Altro giro altra corsa, finita una flebo sotto un'altra, mi sento bene non ho effetti collaterali, cerco di restare positivo (....o cerco di raccontarmela bene....), pranzo e cena passano con calma.

Aspetto le 19.00 per le visite e arrivano i miei fratelloni, parliamo, racconto cosa faccio e cosa mi fanno durante il giorno, scherziamo, non ci sono cedimenti emotivi.

Alla sera giro di telefonate, sms, tv....e nanne.


25 gennaio

Questa notte è passata mezza in bianco, la routine degli esami, le flebo, i giornali, come diversivo mi sono comperato una rivista di fotografia, le visite della mogliettina con una coppia di amici, il pranzo e la cena vanno bene, ho ancora appetito.

I giri di flebo vanno avanti anche alla sera, aspettando la buona notte...


26 gennaio

La notte è passata bene, ho dormito e soprattutto mi sono riposato.

La giornata si svolge con la solita routine, tranne che oggi è giorno per la medicazione del catetere (ogni 10 gg); dopo la visita della dottoressa ed il pranzo aspetto le visite, mi faccio portare dei libri da mio fratello.

Inizio ad aver qualche problema di stitichezza.

Giro di vasche, chiacchiere, cena, flebo, sms, tv....nanne....


27 gennaio

La notte la passo tranquilla, tranne che per le pause pipì, gli esami di routine, colazione, flebo ed oggi alle 11.30 c'è la seconda rachicentesi, fatta la puntura la dottoressa mi dice che l'esame effettuato la prima volta è risultato negativo, non c'è segno della malattia e che avevo terminato il primo giro delle flebo chemioterapiche.

Come mi aveva già spiegato in un incontro, la malattia, anche se non c'era, avrebbe potuto trasmigrare e quindi bisognava fare lo stesso la terapia, nel segno della prevenzione.

Come precauzione dovevo stare a letto il più fermo possibile, sdraiato senza cuscini, per far sì che la pressione all'interno del midollo si stabilizzasse: 2 o 3 ore circa.

Verso le 14.00 mi sono alzato solo per mangiare, e poi la giornata passa un po' stancamente, le visite della moglie con i suoceri, anche in un momento del genere ci sono le carte burocratiche da gestire e poi qualche momento di ormoni a mille, passa.

Dopo cena due passi per rilassarmi....inizia a farmi mal di schiena, zona lombare.

Solita lettura serale per dare tempo alle gocce di fare effetto.


28 gennaio

La notte è passata molto male, la testa che mi esplode, nausea e vomito, avrò chiamato 2 o 3 volte gli infermieri, mi fanno flebo di antidolorifici, mi tengono sotto controllo.

Alla mattina niente colazione, non mi alzo dal letto neppure per andare in bagno, il pranzo a letto e leggero.

Arriva l'orario delle visite, per fortuna c'è mia madre con mio fratello, non sono un gran spettacolo.

Sono molto stanco e prendo sonno facilmente, passa anche la cena, la testa mi fa ancora male e mi devo sdraiare....speriamo nel recupero notturno......


29 gennaio

Solita sveglia con i vari esami, sono stanco non ho voglia di lavarmi, un'operatrice mi da una mano per una doccia veloce, non ce l'avrei mai fatta da solo, la testa continua a farmi male se mi alzo dal letto......la mattina passa con sonnolenza, il pranzo così così, poco e mal volentieri....la visita della moglie mi trova più in forma....poi verso la cena, poco e mal volentieri, anche perché stanchezza e stitichezza fanno rima ma non vanno d'accordo.

Il sonno sembra che sia andato da un'altra parte...c'è chi ascolta la tv a un volume un po' troppo alto...


30 gennaio

La notte passa con le solite pause pipì e rumori notturni, alle 5.00 in camera suona un cellulare e il bello è che il proprietario inizia a chiacchierare...

Sveglia e colazione, lavato e sbarbato con calma, la testa è ancora pesante....riposo a letto.

Passa la dottoressa per la visita giornaliera e mi spiega che finita questa prima terapia i valori del sangue scenderanno (aplasia) e che le difese immunitarie saranno basse, potenzialmente attaccabile da batteri, quindi massima attenzione all'igiene personale ma anche al contatto con le altre persone, in seguito quando il midollo rincomincerà a produrre i globuli bianchi e l'emocromo sarà a valori sufficienti mi manderanno a casa.

Il pranzo non va giù, prova di vasche in corridoio, ma la testa dice ancora no, a letto e riposo....lettura per passare il tempo...visite: mamma e fratello, due chiacchiere che mi tirano su il morale, un po' più di forze...la cena così così e poi a letto a riposo...speriamo nella notte....


31 gennaio

Al risveglio mi sento meglio, le forze stanno tornando; durante la visita della dottoressa le manifesto un disturbo che sento in bocca, mi dice che si stanno formando delle ulcere all'interno: cosa piuttosto frequente in questi casi, sono uno degli effetti della terapia quando i valori scendono.

Prima di pranzo due passi e niente mal di testa, solo un fastidio alla schiena, il mangiare sempre mal volentieri, in più adesso anche le ulcere in bocca.

Arrivano le visite a sorpresa di mamma e fratello, anche se non dovevano venire, mi risollevano l'umore e torno a scherzare...riesco anche nell'impresa dell'evacuazione corporea (piccole soddisfazioni, piccole gioie), lettura, la cena va meglio...visite serali l'altro fratellone con la cognata con una sorpresa molto gradita, una foto che avevo fatto durante l'adunata degli alpini a un vecio con una bella dedica.

Il resto della serata passa tranquilla e si spera nella notte....


1 febbraio

Notte passata a metà, il risveglio con la neve, qualche sms, ho cercato di lavarmi a pezzi, perché la doccia è inutilizzabile dopo che passa certa gente, colazione e poi lettura, sms, qualche telefonata, il mangiare non crea problemi, aspettando le visite un po' di pennichella, mia moglie con i suoceri arrivano una mezz'oretta prima, un po' di novità, qualche saluto da parenti e amici, come procede la terapia....e poi un po' di ozio a letto.

Arriva l'ora della cena e si cerca di mangiare, ma la bocca inizia a essere più che un fastidio.

Quattro passi, qualche sms, mi sento irrequieto, tv spenta, un po' di parole crociate, un po' di lettura, e si aspetta il sonno.....


2 febbraio

La prima parte della notte, un incubo, la bocca piena di ulcere e mi faceva male, mi hanno fatto mezza fialetta di morfina sottocute, e il dolore se ne andato.

Durante la notte mi hanno anche dato un malox perché mi erano venuti dei crampi allo stomaco, passato anche questo sono riuscito a prendere sonno.

Il risveglio è stato buono....sarà l'effetto della morfina...riesco a fare colazione, iniziano a farmi delle flebo di antidolorifici, riesco a mangiare, naturalmente devo evitare le cose da masticare....pennichella pomeridiana, lettura, la cena senza problemi, la visita di mamma e fratello mi tirano un po' su di morale.

Alla sera mi fanno un'altra flebo di antidolorifici, prima di andare a letto mi faccio la pulizia delle ulcere come mi hanno insegnato gli infermieri, un vero sollievo.


3/4 febbraio

Questi due giorni passano con la solita routine, esami, flebo, pranzo e cena senza problemi, letture varie, le visite, sms, telefonate, due passi e quattro chiacchiere, unica novità è una trasfusione di piastrine, perché ho avuto un po' di epistassi....


5 febbraio

La notte la passo un po' a rate ma lo stesso riposante, esami vari, dopo la doccia la novità della giornata, i capelli mi stanno dicendo addio...pazienza ricresceranno... colazione, sms, lettura, nella visita quotidiana della dottoressa mi dice che i valori sono a posto e che domani posso andare a casa...finalmente...un giro di telefonate...non vedo l'ora...cerco di far passare le ore pomeridiane, dopo cena la visita di moglie, mamma e fratello e si aspetta.....


6 febbraio

Notte tranquilla, solita sveglia, sms, colazione, e mi preparo la borsa, mentre aspetto la lettera di dimissioni mi fanno la medicazione del catetere, spiegazioni varie di cosa fare e non fare a casa, le medicine che devo prendere, mi informano che starò a casa dai 7 ai 10 gg e che mi chiameranno per il rientro del secondo ricovero e poi ........a casa, dopo 23 gg di ricovero......



............alla prossima..................


mercoledì 17 giugno 2009

Nona Puntata

......da oggi inizio a descrivere il ricovero nel reparto di ematologia dell'ospedale di Vicenza.....

14 gennaio 2009 (una data che sarà difficile da dimenticare)

Ritrovo dei signori partecipanti alle ore 8.30 in reparto di ematologia per prendere visione dei vari tour da fare.

Quando sono entrato nel reparto sono stato positivamente colpito dall'ambiente: le pareti sono arancioni e non quel verde ospedale deprimente, un corridoio lungo dove le stanze sono tutte da una parte e dall'altra ci sono le stanze dei dottori, degli infermieri più altre per vari usi; il numero delle camere è diviso per 3 settori; in ogni settore è responsabile una dottoressa ed una equipe di infermieri.

Mi hanno accompagnato in stanza (la 22 letto 1, l'unica a quattro letti le altre sono da due), e mi hanno spiegato come funzionava la vita in stanza e in reparto.

Dopo avanti con gli esami emocromo, urine, ecg (elettrocardiogramma), biopsia ossea, peso e altezza, stick naso e bocca per vedere se avevo delle infezioni; poi dovevano inserirmi un catetere centrale del tipo groshong un po' più in basso della clavicola (nel mio caso la sinistra) che sostituisce la classica valvola per le flebo che ti infilano in vena: è un catetere permanente che serve sia per fare sia la chemio, che i prelievi senza dovermi bucare ogni volta.

Mentre che aspetto mi chiamino in sala operatoria, la caposala mi da un libretto dove ci sono scritte delle informazioni generali molto utili sia per il paziente che per i visitatori.

Dopo il congedo da moglie, mamma e suoceri ho fatto conoscenza con i coinquilini della camera.

Ho fatto conoscenza con la dottoressa che dopo un po' di informazioni riguardo la terapia, che sarà in questa prima settimana un po' leggera per non lasciarmi completamente a terra.

Mentre eseguivano tutti gli esami per vedere la cura migliore alla quale sottopormi, mi viene detto che la tac torace addome fatta il 13 gennaio è risultata negativa: una prima buona notizia.

Quando è giunta l'ora del pranzo mi sono ritrovato a mangiare il cibo della Serenissima, una ditta di catering per scuole, ospedali, fabbriche...la quale riforniva anche la fabbrica in cui lavoravo: no comment..

Dopo pranzo in attesa del piccolo intervento per inserimento del catetere qualche, ho fatto qualche vasca su e giù per i corridoi, qualche chiacchiera con altri pazienti che diverranno poi i miei compagni in questo cammino.

In reparto la cena è alle 18.00, e niente catetere come confermato alle 19.30 da un'infermiera.

Il tempo passa guardando la tv, che si trova in ogni stanza, o leggendo giornali e libri, o facendo i cruciverba, o, per chi ha una chiavetta, navigando in internet.

È giunto il momento di passare la prima notte in reparto, sono abbastanza sereno e tranquillo, nel limite del possibile.

15 gennaio

Notte passata con un po' di risvegli; alle 6.00 inizia il giro con la misurazione della temperatura, poi intorno alle 7.30 l'emocromo e la sistemazione del letto, poi c'è tempo per la pulizia personale prima della colazione; verso le 8.30/9.00 iniziano le terapie e passa anche la signora con giornali, riviste, cruciverba, dvd, cd...aspettando sempre la chiamata per il catetere, la mattinata passa tranquilla e dopo pranzo, verso le 13.00 giunge il momento dell'inserimento del catetere: una piccola avventura visto che sono arrivato in sala operatoria, ma era ancora occupata da un paziente che doveva risvegliarsi dall'anestesia.

Mi sistemano nella sala pre-operatoria, non senza qualche problema burocratico visto che i documenti specificavano un tipo di catetere diverso da quello che dovevano inserirmi; giro di telefonate e, una volta risolto l'intoppo, si inizia; il medico chirurgo doveva fare da guida all'anestesista ed era la sua prima volta; già ero un po' nel pallone per tutte le vicissitudini che in modo così veloce mi stavano succedendo... ed adesso anche il novellino: tra me e me ho pensato <<ambhè inisiemo proprio ben, speremo che da qua vae mejo de cossì >>.

Finito il pseudo intervento, vengo sottoposto fatto ai raggi x per vedere se il catetere era posizionato correttamente, visto che doveva essere inserito in una vena centrale alla base del collo: tutto ok.

Dopo un'ora ritorno in camera tranquillo, quattro chiacchiere con i nuovi compagni per lo scambio di esperienze.

Era giunto l'orario delle visite: alle 15.30 arriva la mia bella, buona, paziente e incinta mogliettina con i suoceri al seguito.

Durante il tempo concessoci arriva una dottoressa (la quale aveva preso il posto dell'altra dottoressa che si era ammalata), che ci chiede di seguirla nello studio per spiegare in cosa consisteva il programma delle terapie: per prima cosa mi ha confermato che la tac torace addome risultava pulita e che il tumore era circoscritto nei linfonodi del collo e la massa dietro al naso nella parte destra.

La terapia consisteva in sei ricoveri dove il primo giorno era dedicato agli esami di routine (gli stessi che ho descritto nel giorno 14, tranne la biopsia ossea), il secondo giorno con la somministrazione di un anticorpo monoclonale con il principio attivo chiamato rituximab: prima e dopo questo farmaco mi fanno delle flebo di fisiologica, e, all'inizio mi somministrano anche degli antipiretici e antistaminici (non vi annoierò con il resto dei nomi dei vari chemioterapici, anche perché sinceramente dovrei andare a richiedere il protocollo della terapia e non so se posso renderlo pubblico in un blog: evitiamo), il terzo, quarto, quinto e sesto giorno con vari chemioterapici e altre flebo, cosa importante, ma sinceramente un po' pesante a volte da sopportare, una sacca di due litri di fisiologica con del diuretico, che verrà sostituita ogni volta che finisce (devo tenerla sino alla fine dei dosaggi della chemioterapia, circa 7/8 giorni, 24 ore su 24). Il motivo che con tutti i liquidi che mi introducono è importante anche espellerli, perché la chemioterapia dopo “il beneficio” che apporta contro la malattia diventa tossica ed i reni potrebbero risentirne (naturalmente potrebbero esserci delle imprecisioni in quel che scrivo, se qualcuno vuol approfondire i vari temi in rete ci sono un sacco di forum o siti atti a spiegare in modo più che esaudiente le vostre curiosità).

Nel corso del 1°, 2°, 4°, 5° ricovero ho fatto la rachicentesi, una puntura al midollo spinale, dove vengono estratte alcune gocce di liquor (il liquido che si trova all'interno del midollo) e sostituite con circa la stessa quantità di terapia; questo in quanto la malattia potrebbe trasmigrare dai linfonodi e passare nel cervello: non certo una bella cosa (per dover di cronaca la prima che mi hanno fatto ha dato esito negativo che sommato all'esito negativo di tac torace addome significa un altro mattoncino di speranza):

Nel 3°, 6° e ultimo ricovero ho fatto quattro giorni di chemioterapia divisi da due di pausa.

Dopo tutte queste informazioni eravamo un po' in confusione, tante cose dette, la lunga permanenza (circa 6 mesi): le terapie dovevano essere ravvicinate per combattere la malattia sul fattore tempo, vista l'aggressività del tipo di linfoma.

Finite le visite si aspetta la cena con qualche giro in corridoio e qualche chiacchiera, dopo cena un po' di tv, sms, letture varie, verso le 22.00 c'è il giro serale degli infermieri poi a fare le nanne: forse.

16 gennaio

La notte è passata bene grazie anche alle gocce per dormire, solita routine degli esami, dopo colazione ho iniziato la chemioterapia, come già detto, pe la prima settimana sarà quella “blanda”; posso muovermi sempre assieme all'asta con le rotelle dove sono posizionate le flebo.

La giornata passa tra qualche vasca in corridoio, cruciverba, letture, conoscenza di altri compagni di avventura, il pranzo, la cena, -oggi niente visite-, la sera un po' di tv, sms e le nanne...

17/18/19 gennaio

La routine in questi giorni è stata la regina della situazione, oltre alle chiacchiere, sia in stanza che in corridoio ci sono le vasche, fare amicizia con infermiere/i. Almeno durante l'orario delle visite mi rilasso con i miei famigliari, poi tra sms e telefonate con gli amici il resto delle giornate passavano tranquille.

20 gennaio

La notte è passata un po' movimentata per l'arrivo di un nuovo inquilino, la mattinata passa un po' apatica, mi sento amorfo, sarà che fuori piove.

Dopo il giro della dottoressa che mi informa che gli esami del sangue e delle biopsie non sono ancora pronti; mi dice che se i valori vanno bene e che potrei andare a casa in permesso per 24 ore, dopo pranzo finite le flebo mi faccio la doccia e alle 16.00 vado a casa.

21 gennaio

Casa dolce casa, con la moglie e le visite dei famigliari: anche il mangiare a tavola e aver ritrovato i miei spazi, e come se mi avessero ricaricato le batterie.

Nelle ore di libertà ci sono stati dei momenti difficili tra qualche lacrima, carezze e abbracci; con mia moglie ho parlato delle difficoltà che affrontavo (nel limite del possibile).

Alle 16.00 rientro in reparto e, a mente fredda, ho pensato a quanto l'amore tra due persone possa diventare forte, unendole nelle difficoltà, in questo caso la mia malattia, e far sì che il sentimento si riveli per quel che è:

...amore incondizionato...

io ho bisogno di te come tu hai bisogno di me, senza veli, io e te per sempre, capire che ogni giorno è prezioso, non importa se a volte non parliamo, non importa se seduto sul divano e tu sdraiata con le tue gambe sopra le mie o a 40 km di distanza, io in un letto d'ospedale e tu a dormire da tua madre con il pancione, il sapere che ci siamo l'uno per l'altro.

Da domani si inizia a fare sul serio........


........alla prossima puntata.......

lunedì 15 giugno 2009

Ottava Puntata

....dopo un po' di silenzio (causa pausa casalinga e coccolamento di moglie e figlia) ritorno a scrivere.

Oggi cercherò di scrivere il capitolo riguardante mia moglie: sarà difficile mettere per iscritto i mille pensieri che ho in testa...cercherò di fare una cronistoria, per fare un po' d'ordine.

Ci siamo conosciuti nel dicembre del 1997. Lavoravamo assieme. Io avevo appena cambiato posto di lavoro e non avevo nessuna intenzione di “complicarmi la vita” con una storia all'interno del dell'ambito lavorativo.

Il nostro primo incontro è stato il classico film al cinema (15 febbraio 1998-Titanic), al quale sono poi seguite altre uscite, fino al 28 marzo quando diventammo coppia fissa. Tenemmo la nostra storia clandestina all'interno dell'ambiente lavorativo per quasi un anno: prima per non cercare delle complicazioni, poi ...un po' per gioco.

La nostra storia da “morosi” non ha nulla di differente da tante altre: le classiche uscite con gli amici, qualche giro, ed il fatto che ci vedessimo tutti i giorni non ci ha mai creato nessun problema.

Giunse il classico momento della famosa domanda di matrimonio: fu il 28 marzo del 2001, il luogo che scelsi fu lo stesso del primo incontro, nel mezzo del ponte vecchio (Ponte degli Alpini a Bassano del Grappa). Mi inginocchiai e le diedi l'anello.. ed alla fatidica domanda, e lei rispose: .....

In quel periodo felice, con i preparativi del matrimonio da organizzare c'era anche da affrontare la malattia di mio padre: i dottori gli avevano dato circa un anno di vita, e mentre speravo con tutto il cuore che potesse essere presente alle nozze, sapevo che le possibilità erano remote.

Dovevo dividermi tra i vari appuntamenti per il matrimonio e fare assistenza a mio padre: oltre a me e mia madre c'erano anche i miei due fratelli, con i quali optammo per la scelta di tenerlo il più possibile a casa (si è spento il 23 febbraio del 2002).

Il 5 ottobre del 2002 fu la data scelta per le nozze. Tutto andò bene, come pure il viaggio di nozze a Zanzibar; La vita matrimoniale era tranquilla e serena.

Gli anni sono passati felici, vivevamo praticamente 24 ore su 24 insieme, casa-lavoro-casa, tranne qualche uscita con gli amici per una partita a calcetto o per la mia passione per la fotografia: il mercoledì sera era dedicato al ritrovo con gli amici per parlare ed organizzare varie attività (il gruppo di cui faccio parte si chiama Gruppo Immagine Centrale) e qualche partita di hockey a rotelle (il Bassano 54 è Campione d'Italia e io sono in ospedale mannaggia la pupazza...). Lei gestiva alcune serate organizzate a volte a casa nostra a volte da amiche per la presentazione di alcuni prodotti naturali o altro....

La nostra voglia di espandere la famiglia si realizzò a fine giugno del 2008, quando mi disse che era incinta. Nel periodo antecedente all'arrivo della cicogna eravamo un po' preoccupati in quanto era da un paio d'anni che cercavamo, senza successo, l'arrivo di un bebè. Pensavamo ci fossero dei problemi, ma dopo vari esami non erano risultati dei grossi impedimenti e pensavamo di aver risolto il problema...e così fu.

Nella nostra vita si stava per affrontare una nuova fase piena di curiosità, emozioni, gioie, paure, timori, parlavamo di cosa e come fare ad affrontare le vita da genitori.

A metà del mese di agosto il dramma della minaccia di aborto, la corsa in ospedale la visita con l'ecografia e la sentenza di distacco della placenta... ma il cuore batteva ancora (ed a quel battito noi ci aggrappammo): in quei momenti si rasentava la disperazione più totale, mia moglie cercava di stare il più tranquilla possibile, ma a volte c'erano ancora delle perdite e sembrava che l'inevitabile dovesse succedere e fosse imminente.

Cercavo in tutti i modi di tenerle alto il morale, ma dinanzi a lei, e conoscendo il suo desiderio di avere un figlio, il vederla aggrapparsi a una speranza che sembrava sempre più flebile mi faceva perdere nella sua disperazione.

Con il passare del tempo la situazione andava migliorando, e quando fu dimessa (ma in regime di riposo forzato a letto, seguendo delle cure), le speranze di riuscire a portare a termine la gravidanza iniziarono a risalire.

Cercavo di darle tutto il sostegno che potevo, sia materialmente (come ad esempio i vari lavori casalinghi, per fortuna c'era mia suocera che faceva la maggior parte dei “mestieri”), sia moralmente vista la situazione delicata che viveva (anch'io ero preoccupato e timoroso sul futuro della gravidanza, ma sicuramente mia moglie la viveva sulla sua pelle, la viveva dentro di lei).

Era fine agosto e il futuro ci tornava a sorridere, le varie ecografie mostravano sì il distacco, ma il peggio era passato ed il sorriso tornava a rifiorire sulle nostre labbra, almeno momentaneamente.

La situazione precipitò nuovamente quando mi accorsi del linfonodo ingrossato, aspettai un paio di giorni prima di dirlo a mia moglie, non volevo metterla in apprensione dopo quello che aveva passato, e comunque doveva stare a riposo ed il più tranquilla e serena possibile.

Riporto uno stralcio tratto dalla prima puntata riguardante il periodo antecedente alla visita dall'otorino:

Tutto ha inizio verso metà settembre del 2008 con un piccolo linfonodo ingrossato.
Pensavo a una ciste e dopo un paio di giorni lo dico a mia moglie (che era al terzo mese di gravidanza, dopo una minaccia di aborto); in seguito inizia a sanguinarmi il naso dopo una comune soffiata. E poi anche dalla bocca, per poi aggiungersi anche un otite all'orecchio destro.
Il dottore prescrive gli esami del sangue e rx del torace, i quali sono risultati nella norma, se non addirittura perfetti, e quindi ha curato l'otite con gli antibiotici.
Con il passare del tempo, dopo avermi curato l'otite, sembrava che io soffrissi di un forte raffreddore visto che i sintomi erano quelli: naso chiuso, spossatezza, sinceramente la temperatura non me la misuravo frequentemente quindi non so se avevo alterazioni, ma mi sentivo sempre più chiuso e avevo sempre più muco e sempre più sanguinamento.
Altra visita dal dottre, altri antibiotici per la sinusite, ma con scarsi, per non dire nulli, risultati.
Nel frattempo diedi le dimissioni per cambiare lavoro: da un'esperienza quasi ventennale nel settore orafo sono andato a lavorare nel settore chimico, in una fabbrica di collanti e vernici.
Tutto sembrava girare per il verso giusto: al lavoro mi trovavo bene sia con i datori sia con i nuovi colleghi, i problemi della moglie con la gravidanza erano passati, pensavo che finalmente stavo per scoprire la vera felicità (secondo la mia opinione).
Tra un tentativo e l'altro, con continui periodi di somministrazione di antibiotici non si veniva a capo; e siamo a fine novembre quando il dottore mi manda a fare una visita dall'otorino; in ospedale mi danno l'appuntamento per il 20 gennaio 2009... troppo tempo mentre io iniziavo ad avere male al collo, perché oramai i linfonodi si erano ingrossati molto ed il gonfiore era più che evidente, per non parlare del sanguinamento che era diventato anche imbarazzante: ero in un bar a bere un caffè con mia moglie con l'intenzione di recarci, successivamente, in un negozio per fare compere per il futuro nascituro; ad un certo momento ho iniziato a sanguinare sono andato in bagno... ma non voleva arrestarsi e speravo che non arrivasse nessuno (per rigor di cronaca io non ho mai sofferto mai di epistassi), alla fine in un momento di pausa sono uscito dal bagno ho detto a mia moglie di pagare e sono scappato dal bar... e poi a casa perché avevo paura che rincominciasse di nuovo, non era una propria emorragia ma sicuramente un gran fastidio e soprattutto una preoccupazione sempre più forte visto che oltre scaricavo il muco dalla bocca... che era un blocco di sangue (farà sicuramente un po' schifo, pensate che io lo vivevo sulla mia pelle).
Quindi abbiamo deciso di andare da un otorino tramite visita privata, ...................

Ho riportato tutto questo non per ricordarvi quello che stavo passando io, nel lasso di tempo da metà settembre a fine novembre, ma bensì lo stato d'animo di mia moglie la quale, dopo aver passato il suo terribile momento con la minaccia di aborto, adesso si ritrovava ad affrontare qualcosa di così grande ed impensabile.

In quel periodo dove ancora non si riusciva a sbrogliare la matassa (e comunque io andavo a lavorare ugualmente, anche se iniziavo a sentirmi sempre più debole), mia moglie, a casa, continuava la gravidanza il più serenamente possibile, ma giorno dopo giorno, anche in lei i dubbi iniziavano ad insinuarsi.

Veniva con me quelle volte che andavo dal dottore, sempre più frequenti, e nelle sue condizioni cercava di starmi vicino, non voleva che affrontassi tutto da solo, anche se non sapevamo quale incubo della malattia ci stava aspettando.


Durante le feste non fu facile far finta di niente, sorridere, fare gli auguri, aprire i regali a Natale, dopo aver passato quasi una settimana in ospedale (dove ci avevano detto che dovevo fare una biopsia). Non fu facile, a fine anno, cercare di divertirci... aspettando il risultato della biopsia.

No, non era facile per mia moglie vivere accanto a me in quel periodo. Non so sinceramente cosa passava realmente nella sua mente, ha sempre cercato di darmi forza e coraggio, mi sono aggrappato alle sue parole come un rocciatore quando cerca di scalare una montagna.

Quando finirà tutto questa storia le chiederò cosa gli passava per la testa: non ne abbiamo parlato sino ad ora in quanto volevo e voglio che stia tranquilla adesso, per crescere nostra figlia serenamente, per non turbarla con domande sapendo che le risposte fanno male.

Non voglio sembrare né superficiale né, contrariamente, eroico: la mia voleva essere semplicemente una scorciatoia per cercare di soffrire entrambi il meno possibile.

Il dramma che stava scendendo come un'ombra sulla nostra vita, come già scritto nelle puntate precedenti, porta la data del 12 gennaio: mia moglie quel giorno è stata molto forte, anche nel momento dello sconforto, tra le lacrime, gli abbracci, i silenzi, il contatto con la persona amata vale di più delle parole ti amo; sono gli occhi che parlano, è il cuore che parla, mille parole o due non fanno alcuna differenza, ma quando ci si guarda negli occhi e si vede l'amore ...ci si immerge in una forma che non vorresti più uscire da quello sguardo; per me è fonte di speranza, è fonte di vita, l'amore vero è una cosa meravigliosa mi fa sentire vivo, mi fa restare vivo.


........alla prossima puntata........

domenica 14 giugno 2009

...Breve comunicato.... (Settima Puntata)

Salve a tutti un breve comunicato per dirvi che siamo al quinto mese di terapie;
I valori dell'emocromo sono un po' bassi e quindi i medici aspettano a iniziare la chemioterapia, la sesta ed ultima.
Ero stato richiamato in reparto venerdì 12 ma i valori del sangue non erano ottimali, quindi mi avevano rimandato a casa, un permesso di 48 ore, pensando che in questo lasso di tempo i valori si stabilizzassero, invece sono qui ad aspettare.

......ultimo giro, forse....

martedì 2 giugno 2009

Sesta Puntata

....in questi giorni mi sono ritrovato a pensare cercando di dare un senso logico alle cose da scrivere, ai miei pensieri, alle mie sensazioni, ai dubbi ed alle paure.

C'è sempre un momento, durante la giornata, nel quale trovo l'ispirazione per eventuali argomenti: sono le prime ore del mattino, mi sveglio, rimango nel dormi-veglia ed inizio a pensare a varie cose ripromettendomi di scriverle, ma poi mi riaddormento e di tutto quello che avevo pensato resta solo qualche traccia.

Mi piacerebbe che qualcuno scrivesse cosa si prova dall'altra parte della barricata, il confrontarsi con la malattia, non importa se di un amico o conoscente, semplicemente le sensazioni che uno ha nell'affrontare da esterno una situazione di questo tipo.

Le persone a me vicine stanno vivendo una situazione molto difficile, la mia famiglia è un capitolo a parte, altro capitolo sarà quello dedicato a mia moglie.

Come già scritto, mio padre è venuto a mancare nel Febbraio del 2002, nell'ottobre dello stesso anno mi sono sposato.

Ci sono vicende che a volte nelle famiglie possono creare delle crepe nei rapporti, e altre invece che rafforzano e saldano in maniera indelebile nel tempo.

Penso a mia Madre, che deve sopportare un gran peso: oltre ad avere un figlio (il più piccolo) ammalato, anche il ricordo delle enormi fatiche che ha fatto per stare accanto a mio padre.

Le paure che possono passare nella mente di una madre.

Il ritrovarsi nell'impossibilità di poter fare qualcosa.

La sola forza è quell'istinto che le fa dire e fare la cosa giusta al momento giusto.

Come è giusto sia, dopo il matrimonio, assieme a mia moglie, ho cercato di creare la mia, la nostra, famiglia; il rapporto con mia madre mutò, naturalmente in meglio: infatti li non è mai stata invadente e ha sempre cercato di darmi dei consigli, ma senza mai intromettersi in maniera fastidiosa (ed aggiungo che il più delle volte era ed è pro-mia moglie).

Nel periodo in cui stavo male, ma non sapevo della malattia, come tutte le madri si preoccupava e a volte rompeva, ma in quel giorno maledetto del 12 gennaio non mi è stato facile sostenere il suo sguardo.

Per alcuni momenti, ricordo, non ero tanto preoccupato per me stesso, ma più per Lei: non sapevo come avrebbe potuto reagire.

Ancora una volta nella sua vita deve affrontare un calvario, passo dopo passo al fianco di una persona ammalata, questa volta suo figlio.

E come nel passato, anche oggi, dimostra tutta la Sua forza d'animo.

lunedì 1 giugno 2009

Quinta Puntata

....ed eccomi ritornato dopo una breve pausa (causa effetti collaterali dell'ultimo ciclo di chemio... Venerdì, 29 Maggio, per chi non lo sapesse era il mio compleanno (adesso ne ho veramente 37).

Eravamo rimasti, con il racconto, alle ultime visite fatte prima del ricovero, ma oggi non intendo proseguire con i fatti cronologici, vorrei piuttosto cercare di parlare di come tutto ciò che mi é accaduto abbia stravolto una semplice vita....

La vita, la mia, la vedevo come tante altre storie di vite, niente di più e niente di meno che vivere serenamente senza particolari grilli per la testa: gli amici, la fidanzata, magari una bella macchina, un lavoro che, oltre agli introiti, offrisse delle soddisfazioni, le passioni, gli hobby, fare qualche giro turistico per il mondo, la casa, matrimonio, avere dei figli, le serate allegre passate a bere e mangiare assieme agli amici.
Volevo cercare, semplicemente, di vivere una vita felice secondo il mio modo di... viverla.

Ma le mille sfumature del destino ti fanno ricredere, e pensare al senso più completo della stessa parola VITA, con i suoi significati, con i suoi valori, con i suoi perché.
Il giorno prima correvi per le stesse cose fatte e rifatte, e poi di colpo ti fermi -boom- e ti ritrovich a vivere... ma a quali condizioni?
Quale significato dai alla vita?
I giochi sono cambiati, non ci sono più le stesse regole di prima, come fai a dare un perché a quello che ti sta succedendo?
La testa a volte gioca brutti scherzi, lavora troppo, in un certo senso forse si attiva una specie di autodifesa e lavora autonomamente, e ti ritrovi come in deriva senza timone, un naufrago nella tua mente.
Nel periodo durante il quale mi è stata diagnosticata la malattia, come ho già scritto, avevo la felicità a un passo, bastava allungare la mano e stringergliela.
Adesso mi ritrovo sotto a una campana di cristallo, dove tutto sembra più ovattato, lento, distante, al di fuori c'è un mondo invece che va a mille all'ora, il solito tran tran, ma che corre a una velocità supersonica (verso dove?), penso a mia moglie a casa con nostra figlia, a mia madre e fratelli, a nipotina, cognata, suoceri (si proprio loro), tutti gli amici e conoscenti, gente della quale non mi ricordavo, chissà da quanto tempo, e provo ad immaginare cosa stanno facendo, immersi nelle loro preoccupazioni, correndo verso un dove che non conosco, mentre io sono in stand-by, sospeso in questa realtà dove il tempo non esiste...a vivere la mia vita con regole, significati, valori, motivazioni di una nuova realtà, con tutte le mie cose in sospese in quell'altra.
Quando giungerà il momento del mio ritorno alla vita classica dovrò trovare nuovi significati, valori, motivazioni... qualche perché c'è già... mi sento diverso, sono diverso...il domani non mi fa più paura, e sono sicuro di non voler che il timone della mia vita vita venga preso da qualcuno... o qualcos'altro.

lunedì 25 maggio 2009

Quarta Puntata

......dopo la biopsia con la testa che andava fuori giri, per la festa dell'ultimo dell'anno andammo da amici, sempre con il timore di epistassi improvvise, le quali erano diventate sempre più frequenti. Nel limite del possibile è stato una bella serata.

Certamente penso di non essere stato di gran compagnia.

Al ritorno, ricordo, nevicava; era bello andare piano così non avevo modo di pensare ad altro se non al fondo stradale.


I giorni passavano lenti con la speranza di una telefonata dall'ospedale; il fastidio al collo si trasformava in dolore e le epistassi erano sempre più frequenti, mentre la narice destra era completamente chiusa.

La notte facevo fatica a dormire.


Nella prima settimana dell'anno (non ricordo il giorno preciso), mi recai in ospedale salendo direttamente in reparto senza passare per il pronto soccorso come da prassi: non ne potevo più per il malessere continuo. Parlai con un'infermiera alla quale spiegai la situazione, facendo in modo che, gentilmente, chiamasse il medico di turno.


Mi riconobbe, vista la recente degenza, e dopo la visita come cura mi ha prescritto del tachidol per il dolore e del cortisone per sfiammare il gonfiore al collo.

Sinceramente nei giorni successivi mi ero leggermente ripreso, almeno la notte riuscivo a dormire, e il malessere iniziava a passare.


Il 12 gennaio, il giorno della verità arrivò per caso.

Mi recai all'ospedale per dei chiarimenti sul risultato della biopsia, che a mio avviso tardava ad arrivare, e per vedere se potevo continuare la cura che mi aveva dato sollievo.

Trovai l'infermiera del giorno della biopsia la quale si ricordava di me. Si recò immediatamente al computer per controllare se c'era il risultato.

Quando tornò il sorriso che aveva non c'era più, il referto parlava non più di angioma ma di linfoma, ed io non sapevo la differenza.

Mi fecero parlare con il primario dell'otorinolaringoiatria il quale mi disse che si trattava di linfoma di burkitt, che non era più di sua competenza e che mi avrebbe messo subito in contatto con il primario di oncologia.


Quando è stata pronunciata la parola oncologia ho subito fatto l'associazione linfoma uguale tumore.

Ma che tipo di tumore?

Benigno, maligno, carcinoma, Hodgkin, non-Hodgkin la testa è diventata leggera, non riuscivo a seguire i discorsi che mi venivano fatti.


L'infermiera accompagnò me, mia moglie e mia madre (brutto colpo per lei oltre ad avere un figlio che si ammala di tumore, nel Febbraio del 2002 si spense anche mio padre... sempre a causa di un tumore...) al reparto di oncologia, dove ci presentò al primario il quale era già stato informato dal primario di otorinolaringoiatria.

Due chiacchiere per delle informazioni di prassi e si assentò per dare un'occhiata ai vari esami fatti.


Nel frattempo ero ritornato un po' in me, ed iniziai a piangere abbracciato a mia moglie, sentendomi impotente davanti a questo verdetto, mille pensieri e non per nulla positivi si sono impossessati della mia mente.


Quando tornò il primario ci siamo ricomponemmo e lo ascoltammo relativamente alla descrizione del tipo di malattia.


Ci ha messo ha conoscenza che il linfoma di burkitt è un tipo di tumore raro, che è maligno, non è della famiglia dei carcinomi, piuttosto si sviluppa nei linfonodi, quindi nel sangue ed è aggressivo.


Nelle analisi fatte è stato riscontrato che il valore di aggressività era al 100%: più che un brutto segno il primario ci ha spiegato che in realtà era uno buono.

In poche parole, cerco di spiegare senza usare terminologie che non sono in mio possesso, è come giocare a soldatini, dove il tumore mette in campo ogni volta che viene all'attacco tutti i 100 soldatini che ha a disposizione senza usare delle riserve; la chemioterapia sono i miei soldatini di difesa che cercano di fermare l'attacco dei 100 del tumore.

Quindi con i vari cicli di chemioterapia si cerca di annientare tutto l'esercito del tumore, il quale non tenendo riserve, è molto aggressivo se non preso in tempo, ma con buone probabilità di riuscita se contrattaccato a dovere.

Lo stadio del tumore assegnatomi era grado 1°, ovvero localizzato in un piccolo settore del corpo, (nel mio caso il collo, solo la parte destra e la massa dietro al tratto rinofaringeo).

La battaglia sarà lunga e dura.


Dopo la spiegazione del primario scattò in me qualcosa che non so spiegare: e come se avessi acceso un interruttore, la mia mente è diventata una nave da guerra, ho impostato la rotta, naturalmente verso l'attacco.


Non potevo piegarmi a questo destino, adesso no, avevo la felicità ad un passo dalle mie mani fin da sette mesi prima con l'annuncio dell'arrivo di nostra figlia, con un nuovo posto di lavoro da sviluppare.

Alla fine dell'incontro, il primario, che nel frattempo si era messo in contatto con il primario del reparto di ematologia di Vicenza, mi disse che avevo già il posto letto per il giorno14 di gennaio, ma nel pomeriggio dovevo presentarmi comunque a Vicenza per un day hospital ai fini della solita prassi per il ricovero. Ad accompagnarmi c'era mio suocero, io me la sentivo di guidare: non ero in grado di guidare.


Ad aspettarmi, già informato del mio arrivo, c'era un dottore che molto gentilmente e con molta professionalità mi ha visitato, predisposto i documenti per il pronto soccorso ai fini del ricovero del 14 Gennaio, e fissato appuntamento per una tac con contrasto per escludere che la malattia si sia insinuata negli organi del torace ed addome … per il giorno successivo, il 13 di gennaio, tutto questo in un giorno solamente....


.............alla prossima puntata..............

venerdì 22 maggio 2009

Terza Puntata

.....passiamo alla terza puntata, ma con una pausa del racconto cronologico degli avvenimenti.

Volevo cercare di spiegare cosa ho provato sul piano emotivo e psicologico quando il sospetto si è insinuato nella mia mente, spiegare i ritmi di una comunissima vita stravolta prima dai sospetti (mai confessati a nessuno, nemmeno a mia moglie, famigliari e amici).

Dalla gioia dell'arrivo imminente della cicogna, ai primi problemi, ai lunghi tempi nel cercare il bandolo della matassa, ai vari esami sempre più specifici, al primo ricovero fino alla biopsia e alla notizia giunta il 12 gennaio 2009 (polemica: la visita programmata dall'ospedale era per il 20 gennaio.....).

Era la sera del 27 giugno 2008 quando mia moglie mi ha dato la lieta notizia: dopo sei anni di matrimonio era arrivata la cicogna tanto desiderata, un'emozione difficile a spiegare.

Per essere più sicura ha eseguito il test di gravidanza ben due volte: alla prima volta mi aveva confessato che non ci poteva credere e che con il secondo test c'era sicuramente il segno negativo... ed invece sono risultati positivi entrambi.

Ci siamo abbracciati e abbiamo pianto, per poi andare di corsa dal dottore per tutte le analisi di rito.

Un misto di pensieri mi investirono dalla felicità della paternità all'essere all'altezza nel ruolo di padre, E' mia opinione non credere nell'amicizia tra padre e figlio, per me il ruolo del genitore deve essere di educatore, ovvero colui che deve stare vicino al figlio, con i consigli, con esempi di vita. Sarà poi il futuro a farmi cambiare opinione....come dimostrato in seguito all'esito della biopsia.

Era uno dei più bei periodi della mia vita.

I primi segnali di un destino avverso arrivarono attorno alla metà di agosto. Eravamo a pranzo da mia madre quando mia moglie si è assentata per andare in bagno; mentre stavo chiacchierando a tavola sento mia moglie che mi chiamava urgentemente, ma quasi con una voce normale. Mi alzai e andai a vedere cosa volesse... ed il mondo ci crollò addosso: c'erano i segnali di un'emorragia.

Devo dire la verità: andai nel pallone più completo. Cercavo di dare coraggio a mia moglie, ma, immagino, con scarso risultato; non riuscivo a capacitarmi di cosa stava per capitarci, ero spaventato.

Parlo nella maggior parte dei casi al singolare, non per narcisismo, ma per cercare di farvi capire il mio stato d'animo in questo mio percorso di vita.

Per fortuna c'era mio fratello che ci ha accompagnato all'ospedale, che dista meno di un chilometro, dove, dopo la solita prassi al pronto soccorso (ed io sempre nel pallone, tanto che feci fatica a reperire una carrozzina per fare sedere mia moglie) siamo saliti al quinto piano, reparto ginecologia, dove, per fortuna abbiamo trovato un'infermiera di nostra conoscenza, che ha cercato di tranquillizzarci. Abbiamo aspettato cinque minuti per fare l'ecografia che ha evidenziato un distacco della placenta.

La dottoressa che ci ha seguito ci ha detto che era piuttosto probabile che, nel primo trimestre, ci fosse il pericolo di un distacco o peggio ancora un aborto spontaneo.

Non riuscivo a reagire all'idea che potesse succedere a noi, mi sentivo come anestetizzato, ma giorno dopo giorno e in seguito alla visita dal ginecologo con la rispettiva cura, le cose si andavano sistemando. Naturalmente mia moglie era a riposo forzato con conseguente maternità anticipata.

Le cose pian piano si risolsero e si vedeva qualche raggio sole dopo la tormenta.

Siamo agli inizi di settembre, e in casa si respirava un'aria di fiducia, le visite di controllo davano segnali incoraggianti, ed io vedevo un futuro sereno. Ho sempre cercato di programmare tutto per avere sotto controllo le situazioni che mi offriva la vita, e forse anche le emozioni.

Mia moglie ed io lavoravamo nella stessa azienda di oreficeria, ed il periodo di crisi generale si faceva sentire in modo pesante.

Dovevo prendere una decisione difficile sia dal punto di vista affettivo che professionale: dopo più di dieci anni con buoni rapporti sia verso il datore di lavoro che verso quasi tutti i colleghi, e, non meno importante, con l'esperienza acquisita negli anni mi sono sentito fortemente stressato.

Cambiare posto di lavoro e sopratutto settore non era per nulla facile, dopo un'esperienza quasi ventennale nel settore orafo; grazie a un mio caro amico elettricista che ha dei contatti con una serie di aziende operanti in vari settori, riesco a venire in possesso di alcuni contatti. La decisione finale è caduta su una realtà del settore chimico, collanti e vernici per la precisione. Un rapido giro di di telefonate ed ecco fissato il colloquio ed una prova sul campo.

Ho cercato di parlare chiaramente sia con i dirigenti che con il responsabile, anche perché non essendo un mercenario del lavoro, avendo 36 anni e pure una figlia in arrivo non era più tempo di giochi. Ho pertanto messo subito in chiaro che, non avendo esperienza nel settore, avrei cercato di mettere il massimo impegno e poter fare uso della mia esperienza nel gestire la nuova sfida.

A metà settembre mi sono dimesso. Una lunga chiacchierata con la proprietaria ed in seguito di spiegazioni (sulle quali non sto a dilungarmi per rispetto nei suoi confronti), quasi in lacrime, ci siamo salutati, restando in ottimi rapporti.

Il 2 Ottobre avevo il contratto con la nuova azienda, e la vita sembrava sorridere, anche perché i nuovi datori mi avevano dato fiducia ed io avevo tutte le intenzione di contraccambiare cercando di non deludere.

Tutte queste novità, nel bene e nel male, hanno creato una gran fonte di stress, tanto che quel piccolo linfonodo ingrossato non mi ha suggerito di dedicargli la giusta importanza. Nemmeno la poca epistassi non ha guadagnato il mio interesse, anche perché il Giugno precedente soffrii di una lieve forma bronchite e immaginavo una cura di antibiotici per far passere tutto.

Certi segnali sono difficili da decifrare e sopratutto un linfoma che è una malattia subdola, che lavora sotto copertura per poi esplodere. Il linfoma di burkitt che mi ha colpito, si manifesta in una forma violenta e molto aggressiva.

Nel frattempo passai dalla cura antibiotica, all'ecografia del collo (parte destra), il cui esito confermò l'ingrossamento dei linfonodi, ma non tanto da creare allarmismi (al dottore),mentre le mie preoccupazioni e paranoie iniziavano crescevano in maniera esponenziale.

Ma come potevo rivelare a mia moglie queste mie paure?

Doveva restare a riposo e tranquilla: il ginecologo le aveva detto che poteva fare dei piccoli spostamenti, ma con attenzione sopratutto agli scossoni (ad esempio in auto, e con le strade che ci ritroviamo è un po difficile stare tranquilli....)

Tutte queste emozioni sia positive che negative nel giro di pochi mesi mi hanno fortemente messo alla prova sia sul piano emotivo che psicologico.

Anche se cercavo di mantenere i rapporti con gli amici, mi riusciva difficile fare le uscite per via delle epistassi improvvise.

Lo stress cresceva: la per niente felice visita con l'otorino, ed successivo ricovero in ospedale dal 19 al 24 dicembre; questa incertezza di un intervento chirurgico, e la biopsia pendente; la risonanza magnetica con contrasto, il dialogo con il primario di otorinolaringoiatria, e l'esito si pronunciava come angioma...

E poi la biopsia fissata per il 29 dicembre, in quanto la risonanza aveva rivelato che la parte superiore della massa non era irrorata da sangue e pertanto accessibile attraverso il naso.

E così passo il Santo Natale con il peso nel cuore e questo tarlo in testa: non mi convinceva questa storia dell'angioma, specialmente con tutti i sintomi che avevo.

Provavo a stare alto di morale, ma avevo troppi pensieri, alcuni dei quali potevo rivelarli a mia moglie, tranne quello più spaventoso.

Arriva il giorno della biopsia.

In pochi minuti viene eseguita, solo un piccolo fastidio.

Inizia un po' di emorragia … ma mi dicono che è normale... solo che coi sono stato un bel po' di tempo con le salviette di carta in attesa dell'arresto.

E poi a casa, ad aspettare l'esito.......

......alla prossima puntata.....


P.S. In questi giorni sono in ospedale e sono sotto massicce terapie (quinto ciclo di chemio...), così il diario potrebbe avere un rallentamento nella pubblicazione delle varie puntate.

Spero di essere chiaro: se qualcuno vuole dei chiarimenti o semplicemente scambiare opinioni, emozioni o quant'altro lasciate i vostri commenti nell'apposita sezione.

Grazie e per cortesia lasciate il nome anche senza il commento, come segno di passaggio.

mercoledì 20 maggio 2009

Seconda Puntata

....non essendo a conoscenza di qualcuno al quale poterci appoggiare, ci siamo tuffati nelle pagine gialle cercando sotto la voce otorinolaringoiatria, e guarda caso la coincidenza, lo stesso dottore con cui avevo appuntamento il 20 di gennaio era presente nell'elenco... tra pochi altri nominativi; così, io e mia moglie abbiamo deciso di provare a chiamare.
Era venerdì 5 dicembre.
Al quel numero ci risponde la segreteria la quale ci informa che in caso di necessità e urgenze il numero da comporre è un'altro: proviamo, e ci risponde una signora dai modi molto gentili (penso sia la moglie del dottore), alla quale chiedo un appuntamento; Lei mi rispode che sono in partenza per il ponte del 8 dicembre, ma se non è un'urgenza suo marito mi avrebbe visitato martedì 9. Davanti ad un mese d'anticipo sull'appuntamento all'ospedale, rispondo che andava benissimo.
Mi presento all'appuntamento e trovo un ambiente molto confortevole; una signora si presenta (capisco che era la stessa persona del telefono e che era effettivamente la moglie del dottore) e, sempre molto gentilmente, mi fa rispondere a un questionario sulla privacy.
Attendo pochi minuti e il dottore mi riceve e, dopo i soliti convenevoli, mi fa esporre la storia. Presento tutta la documentazione in mio possesso e lui mi visita: mi tasta il collo e prende atto del grosso rigonfiamento, e sul suo viso non leggevo niente di buono (...forse ero un po' troppo suggestionato...) poi mi guarda dentro alle narici con una pinza che allarga, ed infine mi guarda il tratto rinofaringeo attraverso la bocca con uno specchietto (uguale a quello dei dentisti). Il suo viso diventa cupo (...adesso non ero più suggestionato, ma avvertivo un certo disagio misto a preoccupazione...) e mi espone la sua diagnosi: per la prima volta viene menzionata la massa di vasi sanguigni, che era di notevole grandezza, e che comprimeva il lato destro del tratto rinofaringeo non permettendo il regolare defluire del muco con relativo sanguinamento.
Il dottore parla di angioma, ma bisogna fare ulteriori accertamenti, quindi: tac urgente!
Visto che io dovevo andare al lavoro, per l'appuntamento si reca mia moglie il 10 dicembre.
Appuntamento il 13 Dicembre. Sabato. Non nascondo che la cosa mi ha sorpreso molto.
Una volta fatta la tac l'esito era disponibile da lunedì 22, ma il martedì 16 l'ospedale chiama dicendo che era già disponibile (quando chiamano in anticipo rispetto alla data prevista non sono buone nuove), …................e qui mi si stringe il culo.
Nel frattempo mia moglie (Santa Donna) ha chiamato il dottore il quale voleva vedere subito la tac. Dopo aver visionato le lastre mi fissa un appuntamento per il giovedì 18.. è tutto così in rapido, di fretta, inizio a preoccuparmi seriamente.
Metto al corrente i datori di lavoro ed alcuni colleghi di queste visite, cerco di fare il possibile per non far pesare le mie pause sul posto di lavoro, anche se le otto ore ho sempre cercato di portarle a termine.
Il 18 mi presento alla visita, mi fa un controllo veloce e mi dice cercando delle parole di circostanza che il 19, cioè il giorno dopo, dovevo presentarmi alle 7,00 del mattino in ospedale dove avevo già un posto letto nel reparto di otorinolaringoiatria.
E qui gatta ci cova....
Il 19 mi presento in reparto dove sapevano del mio arrivo ma non sapevano del perché del mio ricovero, e, dopo un primo momento di incertezza, hanno dato inizio alla solita fila di esami di routine, seguiti da quelli più approfonditi: in lista c'era un risonanza con contrasto da fare.
Nel frattempo il primario mi fa una fibroscopia e vede molto bene la massa; mi dice quanto fosse probabile che dovessi subire un intervento per l'asportazione di questa massa, ma aveva dei dubbi per il pericolo di emorragia, aggiungendo che pure una biopsia poteva creare qualche grattacapo.
Passano i giorni e aspetto la risonanza; giorni spesi senza far nulla stancano, soprattutto in ospedale con questa spada di Damocle sul collo.
Arriva il 24 (vigilia di Natale). Alle 14:00 mi fanno questa benedetta risonanza. Il primario entra nella stanza del dottore e prende visione tramite il monitor della formazione della massa valutando se potevo subire la biopsia. Prima delle dimissioni il primario mi dice che è possibile fare la biopsia, ma non parla di intervento chirurgico.
.....la soap-opera brasiliana è terminata.....si passa al film drammatico.......alla prossima puntata......